Orobie /

Val Seriana

PUNTA SCAIS, CAMINO BARONI

di Fabrizio Paravisi - Ultimo aggiornamento: 2015-08-25

Informazioni Percorso

LOCALITA' DI PARTENZA: Fiumenero (BG)
ORE: 3h 30min al Brunone, 5h dal rifugio alla vetta
DISLIVELLO: Circa +2400mt
LUNGHEZZA PERCORSO (A/R): circa 25Km
DIFFICOLTA: PD+ / IV (III obbl.)
ATTREZZATURA: Corda almeno 50mt, caschetto, ramponi, rinvii, cordini, protezioni veloci medio-piccole
ACQUA SUL PERCORSO: Si

Escursione effettuata il 16/17 Agosto 2014, immagini inserite secondo l'ordine cronologico di scatto.

Introduzione

La Punta Scais con i suoi 3038mt di altezza, è insieme al Pizzo Redorta la seconda vetta in ordine di altezza delle Orobie Bergamasche.
Sul libro “Guide ai monti d’Italia, le Alpi Orobie” (Corti A., Credaro B., Saglio S., Cai-Tci, Milano 1956.) è così definita: “Seconda celebratissima vetta delle Alpi Orobie, sorge come un'aguzza cuspide dalla linea orografica principale, sulla quale ha un breve sviluppo verso nord con una bella spalla e maggiore sviluppo verso sud, con un'ardita torre, il Torrione Curò e un'elevazione dalle linee più modeste (2997 m) non di rado nominata Fetta di Polenta, delimitante a settentrione la bocchetta di Scais.
Seconda in ordine di altezza ma non per quanto riguarda la difficoltà, è infatti fra le cime più impegnative da raggiungere delle Alpi Orobie, sia per impegno fisico che per l'instabilità della roccia.
L’ho salita con l’amico Seba il 17 Agosto 2014, estate fra le più fredde e piovose degli ultimi anni, qualche giorno prima aveva nevicato in quota e abbiamo trovato gran parte del percorso ricoperto da verglas.

Itinerario

Salita al rifugio Brunone

Partiamo da Fiumenero il sabato pomeriggio (16/8/2014) verso le 16 carichi come muli, nello zaino la seguente attrezzatura: caschetto, ramponi, picozza, cordini, rinvii, un paio di friend medi, mezza corda da 60mt. Per restare leggero mi porto anche la reflex.
Tempo nuvoloso e ogni tanto scende qualche goccia, il sentiero (segnavia 227) in alcuni punti è danneggiato dalle slavine e costringe a fare diversi sali-scendi, nei pressi del ponticello sopra la zona "Campiol" (scritta attenti ai cavalli) decidiamo di tagliare lungo il fiume, tanto siamo leggeri e agili come gazzelle... Procediamo con calma e per le 20 siamo al rifugio, morti. Magari la prossima volta la reflex la lascio a casa.
Al rifugio c'è parecchia gente, in molti solo per pernottare al rifugio, alcuni per tentare il Redorta, me oltre a noi nessuno che sale lo Scais.
Dopo la cena andiamo a "dormire", pur sapendo che non avremmo chiuso occhio: in camera in 50 fra chi russa e chi scoreggia, è difficile prendere sonno.

Punta Scais

La temperatura al rifugio, siamo intorno allo 0°

Dal rifugio al camino Baroni

Sveglia alle 6 per fare colazione, il termometro fuori dal rifugio è vicino allo 0° e per essere agosto fa abbastanza freddino.
Partiamo subito imboccando il sentiero che conduce al rifugio Coca, tagliamo poi a sinistra dove c'è l'indicazione "Pizzo Redorta" su un masso. Lungo il percorso non c'è neve e la via da seguire è chiara, salendo si resta sempre sulla sinistra della valle. Arriviamo alla vedretta di Scais, ci fermiamo per fare una breve pausa e per mettere ramponi e imbrago.
Siamo al cospetto dei giganti orobici, l'ambiente selvaggio e severo incute sempre un po di timore.

Punta Scais

Alba al rifugio Brunone

  • Il primo sole bacia le cime orobiche

  • Saliamo verso la bocchetta di Scais

  • Sguardo indietro

  • Ormai ci siamo

Punta Scais

Pausa e montaggio ramponi

Dalla vedretta scendiamo lungo il versante valtellinese, in alcuni punti la roccia è libera dalla neve e dobbiamo disarrampicare per qualche metro, una scritta "scais" fluorescente indica che la direzione è corretta.
Dopo circa 200mt di discesa, sulla destra notiamo il canalone da risalire per arrivare all'attacco del camino Baroni, un pezzo di corda fissa identifica il punto dove risalire.
Togliamo i ramponi e risaliamo con fatica il canalone quasi completamente libero dalla neve, gli sfasciumi sono incollati l'uno all'altro dal ghiaccio, che rende tutto un po scivoloso. Gli ultimi 30 metri sono innevati quindi siamo costretti a rimettere i ramponi.
Sulla parete in cima al canale sono stati fissati diversi metri di corda fissa, lungo delle placche lisce che salgono fino alla base del camino, fortunatamente prive di ghiaccio.

  • Scendiamo verso la Valtellina

  • Qui c'è ancora buio, il sole non è ancora arrivato. Lontano il Disgrazia ci osserva.

  • Si disarrampicano facili roccette, scritta scais sulla roccia

  • Seba al cospetto del canalone

  • Lontana ormai la vedretta di Scais

  • Splendido panorama sulle Orobie dalla cima del canale

Punta Scais

Si sale sulle placche verso l'attacco del camino

Salita in Vetta

Ci leghiamo e Seba mi fa sicura alla base del camino, inizia la parte più divertente della salita… forse. Salendo infatti mi rendo conto che la roccia è molto umida e a tratti ricoperta di verglas, anzichè la reflex era meglio portare un paio di mutande di ricambio.
Il primo tratto del camino è abbastanza largo e non troppo inclinato (sul II°) e si procede senza grosse difficoltà (1 spit di passaggio), a circa metà salita c'è una sosta con catena+anello, io tiro dritto. Il camino si stringe e l'inclinazione aumenta, con calma e sangue freddo proseguo, tutto è molto scivoloso a causa del nevischio sceso nei giorni precedenti e bisogna fà balà l'occ. (1 spit di passaggio)
Supero un passaggino di III°+ ,che è il punto tecnicamente piu difficile, infine arrivo alla sosta, la vecchia sosta (1 fittone, 2 chiodi e fettucce), non ho visto quella nuova 5 metri più sopra, ma poco importa.

  • Dalla sosta in cima al camino, sguardo verso il basso

  • La vecchia sosta in cima al camino

Usciti dal camino risaliamo una placca di roccia buona e arriviamo alla base del torrione che ospita la "liscia piodessa". Qui si puo scegliere se risalire la placca (IV°) oppure aggirarla sulla sinistra. Decido di aggirarla sulla sinistra mentre il Seba mi fa sicura (c'è un fittone alla base della parete), anche qui ghiaccio a manetta, procedo a chiappe strette fino alla corda fissa che conduce alla sosta sopra la piodessa (spit con fettucce e anche un fittone piu sopra).
Arrivati alla sosta la parte tecnicamente più complicata è finita, si segue il filo di cresta fino alla croce di vetta. Faticaccia ma grande soddisfazione.
Dal libro di vetta siamo i secondi salitori del 2014.

Punta Scais

Il vuoto sotto durante l'aggiramento della piodessa, meglio non scivolare..

  • Incroci vari

  • In bilico

  • Il tratto ghiacciato che sale alla sosta della piodessa, una corda fissa aiuta

Punta Scais

In cima!

Ritorno alla macchina

Dopo la meritata pausa in vetta, ripercorriamo i nostri passi fino alla sosta sopra la piodessa e con un'unica doppia arriviamo fino all'uscita del camino Baroni. (Se avete poca corda vi calate alla base della piodessa e poi disarrampicate.) Nel camino invece facciamo 2 brevi doppie per evitare di incastrare la corda fra le rocce.
Il tempo va via via peggiorando e la nebbia inizia ad avvolgere tutto, arriviamo al rifugio nel tardo pomeriggio. Con il fatto di assicurarci sempre per via delle condizioni della roccia, ci abbiamo impiegato più tempo del previsto, ma è meglio portare la pelle a casa!
Mangiamo qualcosa al rifugio e partiamo per il lungo calvario fino alla macchina, che raggiungiamo con il buio e veramente distrutti!

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