Informazioni Percorso
LOCALITA' DI PARTENZA: CARONA (BG)
TEMPO DI SALITA: 4h30min
DISLIVELLO: Più di 2000mt
LUNGHEZZA PERCORSO (A/R): circa 30Km
DIFFICOLTA: Alpinismo Facile (Con passaggi I°/II°)
ACQUA SUL PERCORSO: Si
Escursione effettuata il 9 Agosto 2008, immagini inserite secondo l'ordine cronologico di scatto.
Introduzione
A cavallo fra la val Seriana e la val Brembana, isolato fra montagne di altezza minore (Monte Aga, Poris, Grabiasca,..) sorge il Pizzo del Diavolo di Tenda, con i suoi 2914 metri di altezza.
Osservandolo dalla conca dei Calvi presenta una forma perfettamente piramidale, con a fianco una piramide piu piccola il "diavolino", che prende il nome per la somiglianza con il precedente.
Inserito in un ambiente naturale di grande fascino, il "principe" delle montagne bergamasche, offre una splendida visione a 360°: si ammira particolarmente il Redorta, la Presolana e il lago d'Iseo, la Valtellina col Disgrazia, il Pizzo dei Tre Signori, il Resegone, l'Arera e tutta la Val Brembana.
La prima salita alpinistica sul Pizzo del Diavolo di Tenda, fu nel settembre del 1870 ad opera del valtellinese Alessandro Rossi, che da solo lo sali' dalla cresta nord-ovest lungo l'attuale via normale di salita. Parti' verosimilmente dalle Baite di Cicola in Valle d'Ambria, raggiunse la bocchetta di Podavit e lungo la cresta raggiunse la vetta.
Lunga tale via avverranno anche la prima salita femminile e la prima salita invernale, rispettivamente il 5 aprile 1879 da parte della signora Fadini accompagnata dal marito, dalla guida Antonio Baroni e dal conte Masciano; per l'invernale, il 15 marzo 1882 sempre dal Baroni che accompagna Giuseppe Nievo, Luigi Albani e A. Andreossi.
Nel 1876 si hanno due prime ascensioni e qui dobbiamo ammirare l'opera della Guida Antonio Baroni che sul Diavolo di Tenda conquisterà praticamente quasi tutto il conquistabile a quei tempi: nel maggio la parete sud-ovest con Luigi Brioschi e il 5 giugno lungo lo spigolo nord-nord-ovest, in prima discesa con l'alpinista bergamasco Emilio Torri.
La cresta che collega Diavolo con Diavolino (cresta sud) viene discesa per la prima volta l'8 luglio 1889 da Antonio Baroni con Leone Sinigaglia e viene risalita l'8 agosto 1891 dallo stesso Baroni.
[Fonte: Orobie n° 23 - Luglio 1992]

Mappa indicativa, clicca qui per ingrandire
Disegno tratto dal n° 23 - 1992 di Orobie su gentile concessione dell'autore: Stefano Torriani
Itinerario
Premessa
Questa escursione è una fra le piu impegnative delle orobie, non per difficoltà tecniche ma per lunghezza del percorso e dislivello, è necessario quindi un po di allenamento; lo sforzo verrà comunque ripagato dalla bellezza naturalistica che queste zone offrono, oltre ai paesaggi sarà possibile ammirare anche flora e fauna.
Come detto in precedenza il tracciato non è pericoloso, tranne che nell'ultimo tratto (dalla bocchetta di Podavit alla cima) sul quale alcuni passaggi esposti necessitano di molta attenzione.

Monte Cabianca all'alba, visto dal sentiero per il Rifugio Longo
Salita al Rifugio Longo e passo Selletta
Partenza alle ore 6 da Carona, è necessario partire presto perchè il cammino è lungo e come si suol dire "Sulla cima si sale la mattina"!, in montagna il cambiamento climatico è repentino, è meglio salire in quota sempre la mattina.
Si prende il segnavia 224 in direzione rifugio Longo, il primo tratto è lo stesso sentiero che conduce al rifugio Calvi, in zona Lago del Prato i due si diramano. Ho raggiunto il rifugio Longo in 1h30min, verso le 7.30, dopo una piccola pausa ho ripreso il sentiero che sale fino alla diga del Lago del Diavolo.
Si attraversa la diga e si prende il sentiero ben segnalato che sale fino al Passo di Selletta, in questa zona ho avvistato alcuni camosci.
Arrivo alle sorgenti del fiume Brembo
Dal Passo di Selletta si puo godere di una bellissima visuale della conca dei Calvi, della Val Camisana e del passo di Valsecca con i monti che lo circondano: Diavolo, Diavolino, Pizzo Poris, Grabiasca.
Da qui si segue il sentiero 248 in direzione passo di Valsecca, che attraversa la Val Camisana e ci porta alla sorgente del fiume Brembo. Il sentiero è piuttosto pianeggiante, tranne l'ultimo tratto in cui si scende e si risale rapidamente fino al pianoro sotto il passo. Anziche' scendere e risalire c'e' la possibilita' di tagliare lungo il ghiaione che si estende sulla sinistra fino alle pendici del Pizzo Diavolo; il sentiero non è segnalato e un po difficoltoso, consiglio quindi la via normale.
Verso la Bocchetta di Podavit
Al pianoro sotto il passo di Valsecca, dove nasce il fiume Brembo, il sentiero si divide in 3: a destra si scende verso il Rifugio Calvi, dritto si prosegue verso il passo e sulla sinistra inizia la salita verso il Pizzo.
Il percorso bel segnalato sale rapidamente sul ghiaione fino alla bocchetta di Podavit, è qui che comincia la ripida e insidiosa salita lungo la cresta nord-ovest (la via normale) fino in vetta. E' necessario aiutarsi con le mani e fare molta attenzione durante i passaggi esposti, onde evitare di farsi un volo di un centinaio di metri.
Salita in Vetta
Dopo l'ultimo tratto finalmente in vetta! Raggiunta circa verso le 10.30, ossia in 4h30min, con qualche pausa fotografica.
La vista è mozzafiato, colpisce subito il maestoso Redorta sulla sinistra, la Presolana, il lago d'Iseo con Montisola. La cima era abbastanza frequentata, molti gli escursionisti che facevano l'attraversata in salita Diavolino-Diavolo; quest'ultima è piu difficoltosa rispetto alla normale, perchè molto piu esposta, insidiosa e pericolosa.
Dalla cima tutto è piccolissimo, i rifugi Baroni e Calvi sono solo puntini quasi invisibili, mentre piu maestose sono le alpi svizzere che il cielo sereno permette di ammirare.

Gente lungo la via normale
Discesa passando per il Rifugio Calvi
Dopo qualche fotografia, vista la lunga camminata per il ritorno a Carona, ho iniziato con molta calma la discesa dal Pizzo verso la bocchetta di Podavit, lungo la stessa via percorsa in salita. Per effettuare il giro ad anello che conduce a Carona passando per il Rifugio Calvi, è necessario, come detto in precedenza, scendere alla sorgente del brembo e prendere la strada desiderata.
Il sentiero è il 225 che dal Rifugio Calvi conduce al Rifugio Baroni (e viceversa).
Lungo questo percorso, che passa per le baite di Poris, è possibile ammirare i primi salti del fiume Brembo, in una valle ricca di vegetazione.
La parte tecnicamente piu difficile è a questo punto terminata, ora inizia la discesa verso il pianoro, fra i primi rigagnoli del fiume Brembo. La luce al Pianoro della sorgente del Brembo è molto diversa dall'andata, e' possibile apprezzare a pieno l'ampiezza di questo spazio senza restare accecati dai raggi del sole. Dopo qualche minuto di pausa su questi prati, ho ricominciato la dicesca verso il Lago Rotondo e il Calvi.
Dopo la lunga discesa si raggiunge il Rifugio Calvi, che si specchia nelle acque del Lago Rotondo, situato poco sotto. Questa bellissima escursione e' ormai terminata, dal rifugio si prende la strada che conduce a Carona, per chiudere cosi' il percorso ad anello iniziato prima.

Il rifugio Calvi
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